Recensione: Domenico
Schiraldi, Il Corteo dei Nobili.
Genealogie di dodici casati illustri bitontini, Edizioni Raffaello, Bitonto
2013, pp. 287.
Ciò che da sempre ci affascina rappresenta una risorsa per
lo studio della storia. Si tratta delle persone di sangue blu che hanno
costellato le epoche passate tra immunità e privilegi
donandoci oggi il raro privilegio di
saperne di più sulle nostre terre natie attraverso le loro gesta.
I nobili hanno lasciato una traccia del loro passaggio nei
documenti archivistici e nell’architettura che, resistendo al logorio del
tempo, sono pervenuti fino ai giorni nostri. Ma occorre un’eroica impresa per
scartabellare la gran mole di fonti a disposizione per giungere a ricostruire anche
un solo frammento di storia. Ci ha provato con successo l’archeologo e
giornalista Domenico Schiraldi, il quale ci rammenta l’etimologia della parola
“nobile”: deriva dal latino noscere,
ossia conoscere. In un certo senso l’autore ci insegna ad avere un’immensa
brama di conoscenze al cui accumulo non dovremmo mai rinunciare. Se è
riconosciuta l’equazione sapere = potere,
sarà valido anche l’accostamento tra cultura e identità, completezza,
attenzione, ricchezza, fascino. È con eleganza che Schiraldi fa sfilare un vero
e proprio Corteo di Nobili bitontini illustrandone i dodici casati imponenti ed
il loro legame con le vicende storiche di epoca medievale e moderna.
È un omaggio alla città di Bitonto le cui mura, strade,
archi, chiese e monumenti del borgo antico tornano a narrare i costumi di un
tempo lontano. Esiste un lungo elenco di studiosi che hanno offerto ed offrono
il sacrificio della ricerca al comune di Bitonto, non allo scopo di placare gli
dei, bensì per esprimere gratitudine ad una città dal forte potere evocativo e
dalle tradizioni eterne.
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