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sabato 6 settembre 2014

Zoccolaggine? Inzitellito? Non sorridere, ora si può dire

Zoccolaggine? Inzitellito? Non sorridere, ora si può dire

Il filosofo greco Eraclito, vissuto prima dell’anno zero, comprese che tutto scorre, tutto è in divenire. E formulò la nota massima «Non puoi entrare due volte nello stesso fiume». Fu una stupefacente intuizione dato che, ponendo a confronto la vita del V secolo a.C. e la vita del XXI secolo d.C., la prima risulterebbe intrisa dell’effetto rallenty. Non esiste nulla che possa dirsi statico. Nemmeno la lingua. Essa rappresenta un sistema comunicativo in cui si manifesta il linguaggio, l’insieme di processi cognitivi comuni a tutti i popoli. La lingua è un prodotto sociale frutto di convenzioni di cui la parola è la concreta esecuzione linguistica che differisce da paese a paese ed anche al suo interno, poiché esistono delle diversità linguistiche: i dialetti (lingue vernacolari). Se la società si evolve incessantemente, anche la lingua risente dell’inesorabile flusso. Vi sono lingue estinte o morte, sono giunte al capolinea. Possono essere materia di studio, ma nessuno dialoga più impiegandone i termini. Tuttavia per comprendere l’etimologia di un lemma, risaliamo a quella vecchia lingua nella quale ogni parola moderna affonda le radici.
Ogni anno lo attendiamo come un evento mistico. Si tratta del comunicato stampa Zanichelli che ci annuncia l’uscita della nuova edizione Zingarelli con i peculiari nuovi termini.
Poiché la società muta a ritmi da capogiro, lo Zingarelli 2014 annovera nuove voci. Alcune ci fanno sorridere, come «zoccolaggine» e «inzitellito», mentre altre hanno l’aura di un brevetto, come «hashtag» o «self publishing». Il vocabolario della lingua italiana si arricchisce di neologismi, alcuni acquisiti da matrice anglofona. Come in un gioco a quiz possiamo divertirci provando a indovinare la definizione corretta di «rottamatore»: chi si propone di sostituire un gruppo dirigente considerato antiquato. Entrano in campo anche le invenzioni linguistiche come «spread», «femminicidio», «spending review», «esodato». Se incontrate una persona di età compresa tra i 20 e i 30 anni, non è un giovane adulto, bensì un «adultescente». Perché la società odierna lo ha reso un tardo adolescente viste le sue precarie condizioni di vita e di lavoro e la sua perenne condizione di studente. Il gioco patologico e compulsivo è ampiamente diffuso? Ci appelleremo alla «ludopatia». L’animo umano è sempre più soggetto a corruzione e privo di scrupoli? Serve un «eticista». Vi siete persi? Niente panico, c’è la «geolocalizzazione». Word mi sta sottolineando tutte le nuove parole, dovrà imparare che non può ascoltare due volte la stessa lingua.

2 commenti:

  1. Dal 1° gennaio il tema di un bambino di scuola elementare può iniziare così "Poiché c'è tanta zoccolaggine in questo mondo..." oppure "C'era una volta tanta zoccolaggine..." E la maestra non potrebbe rimproverarlo.

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  2. Il migliore amico dell'uomo, ancor prima del cane, è il dizionario. Quest'ultimo però rappresenta lo specchio della società e ne registra i mutamenti come fossero rughe di vecchiaia.

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