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martedì 9 settembre 2014

Celiachia. È molto diffusa. Ecco come saperne di più

Celiachia. È molto diffusa. Informiamoci
Areteo di Cappadocia (120–200 d. C.) fu il primo a impiegare il termine «koiliakos» col significato di «colui che soffre nell’intestino». La celiachia, specie se identificata col nome di morbo celiaco, ci spaventa, ma i timori derivano dal fatto che molti la ignorano. Nella letteratura classica le Colonne d’Ercole (attuale Stretto di Gibilterra) indicavano il limite estremo del mondo conosciuto e di conseguenza anche della conoscenza. Al di là di tale limite trovavano germoglio i timori degli uomini. Ma poi l’audacia degli esploratori le ha attraversate. Possiamo farlo anche noi con la celiachia. Si tratta di un’intolleranza permanente al glutine, una proteina di origine vegetale contenuta in alcuni cereali: grano, orzo, segale, avena, farro, kamut. La sua manifestazione è come l’amore, non ha età. I sintomi più comuni (diarrea, calo ponderale, anemia, carenze vitaminiche, fragilità ossea, caduta dei capelli) derivano dalla scarsità di proteine, vitamine, grassi, sali minerali e questa carenza è legata all’atrofizzazione dei villi intestinali, deputati all’assorbimento delle sostanze nutritive. L’incidenza di tale intolleranza si sta elevando sempre più, ma le diagnosi sono inferiori rispetto al numero effettivo di soggetti celiaci, costretti ad eliminare anche le più piccole tracce di farina da ogni loro piatto. Dovranno seguire una dieta senza glutine a garanzia di un perfetto stato di salute che subirebbe altrimenti danni gravi o irreparabili. Tutto questo implica un forte impegno nell’educazione alimentare, ma le privazioni sono sempre meno: cereali come riso, mais, miglio, soia e altri vanno a sostituire quelli vietati. Inoltre le industrie alimentari hanno allestito una vasta gamma di alimenti privi di glutine, dalla farina alle pizze surgelate, dai biscotti farciti ai gelati. In questo modo la dieta di un celiaco risulta varia ed equilibrata nonostante l’assenza di glutine.
Se avete sintomi associabili a quelli descritti, parlatene col medico il quale potrebbe, ed è già accaduto, non pensarci e sbagliare irrimediabilmente diagnosi o portarvi in sala operatoria sospettando un tumore allo stomaco o all’intestino. Ricordate che non siete soli e nemmeno i soli. Tempo fa è sorta l’Aic (Associazione Italiana Celiachia); è stata realizzata la pagina 449 del televideo; potete anche consultare i siti www.aicpuglia.it e www.celiachia.it.
Ora mi rivolgo alle categorie di lettori: se sei un genitore potrai prenderti cura di tuo figlio; se sei un adolescente l’unico tuo problema sarà l’età di transizione; se sei un ristoratore puoi inserirti nel network delle strutture che preparano alimenti «gluten free» incrementando così la tua clientela e… le tue finanze; se non sei celiaco, oggi hai appreso un nuovo vocabolo.

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